Recensioni di "Apoptosis"
"Nelle prime pagine del libro vengono seminati indizi, dubbi, supposizioni che formano un reticolo di base, un terreno fertile su cui si sviluppa la seconda parte della storia in cui gli avvenimenti si susseguono con una suspense in crescendo che ricollega tutti i fatti, tra presente e passato, catturando, in un coinvolgimento totale, l’attenzione del lettore." | |
"Renato Mite con il suo romanzo ci propone un futuro che potrebbe non essere poi così lontano da noi, ma di cui ci invita a ben ponderare pregi e difetti, soprattutto alla luce di argomenti anche molto attuali. Questo è il cuore del romanzo: in un intreccio tra medicina e informatica il punto focale è l'etica. Davanti all'evoluzione della medicina e della scienza la storia ci porta a domandarcene il prezzo e le conseguenze, ma anche il sistema di sicurezza e di controllo che tali scoperte devono avere." | |
"Il grande pregio di questo romanzo è, in effetti, il tema. Il rapporto tra l'uomo e il progresso e le implicazioni etiche che questo comporta è il cardine del romanzo, attorno al quale ruota tutta la vicenda ed è pieno di stimoli interessanti." | |
"Le basi sono certamente buone e il tema trattato è interessante ma alcune scelte stilistiche non mi sono piaciute. In conclusione: Apoptosis è un romanzo particolare, con un bel tema di fondo e una trama intrigante e originale. Purtroppo però la grande quantità di termini ricercati e sigle scientifiche contribuiscono a rendere il tutto troppo freddo e a non far immedesimare e affezionare il lettore ai personaggi e alla storia." | |
"Un gruppo di giovani ragazzi con la passione per l’informatica, decide di scoprire il marcio che si nasconde dietro al PNS e di sollevare il velo di Maia dagli occhi dell’umanità. Ci riusciranno? Anche se la risposta a questa domanda appare scontata, vi assicuro che non è per questo che dovete leggere il romanzo. “Apoptosis” è scritto veramente bene e le pagine scorrono una dietro l’altra come la pellicola di un film." | |
"Scene chiare. Dialoghi fitti. Il romanzo sembra una sceneggiatura. Veloce. Americana. La focalizzazione esterna conferisce al racconto una patina di oggettività che svuota la voce narrante di ogni responsabilità: nessun commento, nessun giudizio, nessuna ironia, niente pathos, niente morale. Lessico preciso, tecnico quando l’autore si addentra in ambiti davvero ostici (l’informatica, la medicina, l’ingegneria informatica applicata alla medicina) hollywoodiano negli scambi di battute e nell’umorismo. La scrittura serve alla narrazione, non al virtuosismo. E la narrazione avanza senza intoppi. Portatori di ogni messaggio sono i personaggi stessi, costantemente in azione e in dialogo tra loro." | |
"Ho trovato molto interessante tutto il discorso relativo al progresso scientifico e tecnologico,su quanto esso influisca sulla nostra vita e su come spesso non ci rendiamo conto di aver sorpassato il limite,su come a volte in nome del progresso si è disposti a tutto." | |
"La bellezza di questo romanzo, credo sia prima di tutto nei valori e nei significati esistenziali che mette in discussione. Accende i fari illuminando una parte della nostra vita alla quale tutti siamo legittimamente attaccati: la salute. E da qui non si passa, non si va oltre. La salute è ciò che ci sostiene e non parlo a livello fisico ma mentale. La presenza di malattie, di disturbi, di sintomi, reali o meno, influenza notevolmente e quasi completamente il nostro spirito, persino la nostra anima, il nostro modo di vedere il mondo e di reagire di fronte ad esso." |