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Aggiustatutto
Copertina
Racconto breve, Drammatico, Italiano, 9 pagine
Editore: Renato Mite, Italia 28/08/2014
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Paragrafo 1

Paragrafo 2

Paragrafo 3

Paragrafo 4

Paragrafo 5

Renato Mite

Aggiustatutto

Tutti i diritti sull'opera "Aggiustatutto" appartengono all'autore Renato Mastrulli.


Questa storia è frutto dell'ingegno dell'autore.


Ogni riferimento a fatti accaduti o cose e persone esistenti è da ritenersi puramente casuale.



Immagine in copertina © Renato Mastrulli



1

Il ragazzo non era sicuro che quello fosse il posto giusto, eppure entrò con la sua radio rotta. Il campanello sulla porta tintinnò e richiamò l'attenzione dell'uomo all'interno.

Il vecchio Aggiustatutto era nella sua bottega a riparare un giradischi e il suo gatto si godeva i raggi di sole acciambellato nel quadrato che si proiettava sul pavimento dalla vetrina.

L'uomo al centro della bottega era circondato da tante apparecchiature di qualche decade precedente, sorrise al ragazzo e gli disse di raggiungerlo. Abbandonò un attimo il giradischi e chiese al ragazzo come potesse aiutarlo.

«La mia radio non funziona più. Lei riesce ad aggiustarla?»

L'uomo guardò la radio per un bel po'. Era un modello troppo recente per lui, non doveva avere più di un paio d'anni di vita.

«Forse. Come si è rotta?»

«La stavo ascoltando e a un tratto ha smesso di funzionare.»

«Ah. Cosa stavi ascoltando?»

«Cosa importa?» Chiese il ragazzo.

«Tutto è importante.»

«Una canzone rock.»

«Una canzone rock.» Disse Aggiustatutto in tono pensieroso.

In quel momento entrò nella bottega una signora minuta e con i capelli bianchi. Giunse alle spalle del ragazzo e lì si fermò, in attesa del suo turno. Anche lei aveva una radio sottobraccio, ma un modello che non stonava con le altre apparecchiature tutt'intorno.

Il vecchio la salutò pregandola di pazientare un attimo. Si rivolse al ragazzo: «Se vuoi lasciarmi la tua radio per una settimana, posso dargli un'occhiata e forse te l'aggiusto.»

«Una settimana?»

«Sì.»

Il ragazzo parve pensarci, poi disse che avrebbe voluto una riparazione più veloce e se ne andò portando via la sua radio.

Aggiustatutto guardò il ragazzo andar via, poi si rivolse alla donna.

«Signora Pina, come posso aiutarla?»

«La mia radio si è ammutolita.»

«Quando è successo?» Chiese l'uomo allungando le braccia.

«Ieri sera, durante la tempesta.»

«Certo che la tempesta ne deve aver fatti di danni.» Disse Aggiustatutto prendendo la radio mentre ripensava al ragazzo appena uscito.

«La corrente è saltata in tutta la casa, ma solo la radio non si è riaccesa.»

«Questa radio l'ho già aggiustata?»

«Sì, un paio d'anni fa.»

«Me la lasci, mi ci dedico dopo il giradischi. La chiamo io.»

La donna ringraziò e uscì.

Aggiustatutto si rivolse al suo gatto: «Ne avremo di lavoro da fare, Grif. Sarà meglio finire presto il giradischi.»

2

Non ci fu verso di terminare la riparazione del giradischi. Molti andarono da Aggiustatutto a chiedere riparazioni. Prima il signor Alberto lo invitò a casa ad aggiustar il frigorifero, e quindi era cosa urgente e non poté sottrarsi. La signora Maria lo implorò di sistemare la lavatrice, ma le fissò l'intervento per il giorno dopo. Seguì il giardiniere del paese che gli portò il tagliaerba, il tappezziere con la pistola sparagraffette, la signora Paola con una lampada a piantana...

Erano sempre di più e Aggiustatutto, a malincuore, iniziò a mandarli indietro. Poi appese un cartello alla porta: "Ripassate la settimana prossima, grazie". Nonostante ciò, alcuni aprivano la porta e affacciandosi dentro chiedevano se potevano lasciare la loro roba da riparare. A tutti Aggiustatutto sorrideva e rispondeva: «Spiacente, non ho posto, ripassate la settimana prossima, grazie.»

Il giradischi era di Edoardo, un suo amico. Lo stavano ascoltando insieme durante la tempesta quando lo sbalzo di corrente lo aveva zittito. Se l'era portato via con la promessa di riparlo il giorno appresso, ma ora il giorno volgeva al termine. Aggiustatutto era dispiaciuto di non aver aggiustato il giradischi, così, all'ora di chiusura, lo portò a casa con sé seguito da Grif, il suo gatto.

Lavorò tutta la notte per riparare il giradischi e alle sei di mattina si addormentò mentre ascoltava la musica di un disco riprodotta dall'apparecchio.

3

La sveglia suonò alle otto come ogni mattina, Aggiustatutto si scosse dal sonno, spense il giradischi che girava a vuoto e si preparò per uscire.

Per prima cosa consegnò il giradischi al suo amico Edoardo, che era sulla strada verso la bottega, rifiutò soldi e l'invito a colazione con la promessa che si sarebbero rivisti quella sera.

Arrivò alla bottega, lasciò lì Grif e, presa la cassetta degli attrezzi, andò ad aggiustare la lavatrice della signora Maria. Al ritorno, Aggiustatutto si dedicò alle altre riparazioni. Smontò la radio della signora Pina e doveva cambiare solo una valvola, ma era troppo vecchia e nessuno dei suoi fornitori poteva procurargliene una nuova. Lasciò la radio e si cimentò con la lampada a piantana, qui il portalampada era fuso e poté cambiarlo perché ne aveva uno uguale che alloggiava nell'incavo alla perfezione. Riuscì a sistemare anche il motore della tagliaerba, ma aprirlo, ripararlo e richiuderlo gli portò via tutto il resto della giornata.

A sera Aggiustatutto cenò con Edoardo mentre il giradischi suonava la musica di Verdi. Fra un boccone e l'altro, Edoardo lo ringraziò di nuovo per la riparazione del giradischi.

«Figurati.» Disse Aggiustatutto. «Sembra che la tempesta abbia fatto molti danni, tu sei solo il primo della lista.»

«Ti hanno portato molta roba?»

«Sì, e torneranno la settimana prossima.»

«Povero Inventatutto.» Disse Edoardo.

«Chi?»

«Inventatutto. Un mio amico che vive in quella casa sulla collinetta appena fuori città. Sta lavorando ad una macchina per stabilizzare gli sbalzi di corrente durante le tempeste e ieri ha fatto un collaudo. Mi ha detto che qualcosa è andato storto e crede di aver intensificato gli effetti negativi della tempesta sulla rete elettrica.»

«Quindi è anche colpa sua.»

«In parte sì. Ci ho parlato stamattina, temeva di aver fatto qualche danno ed era molto rammaricato.»

«Certo che è un guaio.» Disse Aggiustatutto. «Se lo sapessero in città, non so come reagirebbero.»

«Ti assicuro che è molto dispiaciuto. Se potesse rimediare in qualche modo, lo farebbe di sicuro... Non avevi detto che ti serviva una valvola fuori commercio? Lui potrebbe costruirtela. Ti do il numero, chiamalo domani.»

4

Il giorno dopo, Aggiustatutto incontrò il tappezziere lungo la strada verso la bottega. L'uomo gli chiese di riparargli al più presto la sparagraffette e quindi Aggiustatutto si dedicò a quella per prima cosa. Smontò la sparagraffette, come aveva già fatto in passato diverse volte, e trovò all'interno il pistone spezzato. L'ultima volta che l'aveva riparata, aveva detto al tappezziere che era ora di cambiarla, ma quello niente, era troppo affezionato e non l'aveva cambiata.

Aggiustatutto cercò nel suo magazzino e chiamò i suoi fornitori, ma pistoni come quello non ce n'erano più.

Proprio mentre stava mettendo da parte la sparagraffette, si ricordò di avere il numero di Inventatutto in tasca.

Chiamò l'uomo, si presentò e, dopo aver menzionato l'amico in comune, gli chiese se potesse costruirgli una valvola per radio e un pistone per sparagraffette simili a quelli originali.

Inventatutto disse che li avrebbe costruiti ma aveva bisogno di vedere i pezzi originali, così Aggiustatutto andò su per la collina a casa di Inventatutto portando con sé la radio e la sparagraffette smontate.

I due lavorarono insieme tutto il resto della mattinata. Aggiustatutto mostrava i pezzi rotti e dove si inserivano. Inventatutto guardava, prendeva i pezzi, li osservava minuziosamente, li misurava, prendeva appunti e faceva schizzi.

Inventatutto riuscì a replicare la valvola per la radio, Aggiustatutto la inserì e la radio riprese a funzionare. Per il pistone, Inventatutto voleva essere certo che funzionasse perfettamente con tutto l'ingranaggio della sparagraffette e così disse a Aggiustatutto di lasciarla lì e ripassare nel tardo pomeriggio.

Aggiustatutto allora prese la radio da rimontare e tornò nella sua bottega.

5

Quel pomeriggio, Aggiustatutto era nel retrobottega a rimontare la radio della Signora Pina con il suo gatto a fissarlo da un angolo. Finita di rimontare, Aggiustatutto provò di nuovo la radio e la musica si diffuse tutt'intorno come un vento leggero.

«Inventatutto ha fatto proprio un bel lavoro, Grif. Penso che mi rivolgerò a lui più spesso.»

Spense la radio e dopo un istante sentì il campanello sopra la porta d'ingresso suonare.

Percorse il breve corridoio che divideva le due stanze, raggiunse il bancone che guardava nella bottega verso le vetrine e vide il tappezziere.

«Ciao, Luca.»

«Ciao.» Il tappezziere era imbarazzato, non sapeva se continuare.

Aggiustatutto gli risparmiò l'imbarazzo: «Luca, la tua sparagraffette dovrebbe essere pronta per sera.»

«Non voglio infastidirti, ma mi serve davvero.»

«Lo so, ma ti ripeto che è ora di cambiarla, comincia ad abituarti ad un modello nuovo.»

«Ho provato, ma quelle nuove hanno una potenza maggiore che mi rovina i tessuti.»

«Avrai la tua sparagraffette,» disse Aggiustatutto sorridendo, «ma continua a cercarne una nuova.»

Il tappezziere sorrise a sua volta e annuì con la testa, salutò Aggiustatutto e si diresse verso l'uscita.

Aggiustatutto tornò nel retrobottega e dopo lo scampanellio della porta, riprese a parlare con Grif.

«Sono certo che Inventatutto farà del suo meglio per rimediare a tutti i danni.»

«Aggiustatutto?» Chiamò il tappezziere.

L'uomo era fermo davanti al bancone, aveva richiuso la porta senza uscire e aveva ascoltato il commento di Aggiustatutto.

«Sì?»

«Volevo chiederti se potevo passare da casa tua a prendere la sparagraffette, ma ora voglio sapere che c'entra Inventatutto con questa storia.»

«No, è che lui...» Questa volta Aggiustatutto non sapeva se continuare.

«Inventatutto è quello che abita sulla collinetta, vero?»

Senza aspettare risposta, il tappezziere lasciò la bottega in gran fretta, Aggiustatutto gli corse dietro mentre quello diceva a gran voce: «Venite tutti sulla collinetta, Inventatutto deve darci conto.»

Il tappezziere continuò così fino alla collinetta, sordo ai richiami di Aggiustatutto che seguì tutti coloro che si aggregarono al primo.

Il tappezziere bussò alla porta di Inventatutto con rabbia e quello venne subito ad aprire mentre Aggiustatutto si faceva largo fra la folla e raggiungeva l'uomo sulla soglia.

«Le rotture dell'altra sera sono colpa tua, non della tempesta.» Disse il tappezziere.

«La mia macchina è andata in cortocircuito,» disse Inventatutto, «ma ha intensificato poco la tempesta. Gli oggetti si sarebbero rotti lo stesso.»

«Abbiamo avuto altre tempeste e nessuna così distruttiva. Va' fuori dalla nostra zona.» Ribatté il tappezziere.

«Luca, ascolta...» Cominciò Aggiustatutto.

«No, deve andar via.»

«Allora me ne vado pure io.» Disse Aggiustatutto.

Ebbe l'effetto voluto. Il tappezziere rimase zitto e immobile dalla sorpresa per un momento, poi riprese a parlare con un tono calmo.

«Ma... Ma tu che c'entri.» Disse. «Tu ce le ripari le cose, non le rompi.»

«Senza Inventatutto non potrò più farlo.»

«Spiegati.»

«Le cose a cui tanto siete affezionati, come la tua sparagraffette o la radio della signora Pina, sono ogni giorno più vecchie. Si rompono più facilmente e pezzi di ricambio non se ne trovano più. Inventatutto ha costruito una valvola per la radio e sta costruendo un pistone per la tua sparagraffette.»

«L'ho finito.» Disse Inventatutto. «Lo stavo provando proprio ora.»

Entrò in casa, poi riapparve con la sparagraffette montata e un pezzo di legno su cui aveva attaccato dei pezzi di stoffa. Il tappezziere prese entrambi e provò anche lui, la sparagraffette era come nuova, gli spuntò un sorriso in volto.

«Se Inventatutto se ne va,» riprese Aggiustatutto, «non riuscirò più ad aggiustare le vecchie cose che si rompono anche senza le tempeste, il tagliaerba e la tua sparagraffette non sono collegate alla rete elettrica eppure si sono rotte.»

«Non ci ho pensato.» Disse il tappezziere.

«Vuoi ancora che Inventatutto se ne vada?»

«No.»

Il tappezziere ringraziò Inventatutto e gli strinse la mano.

«Prego, ma è anche merito di Aggiustatutto. Se non mi avesse spiegato come volevi la sparagraffette, non sarebbe venuta così.»

Il tappezziere si rivolse ad Aggiustatutto: «Grazie e scusa per questa scenata.»

«Non è successo niente.»

Il tappezziere salutò, si voltò e tornò da dove era venuto e con lui tutto il resto della folla.

Aggiustatutto e Inventatutto rimasero soli.

«Grazie per avermi salvato dal linciaggio.»

«Sono un po' fumantini, ma non ti avrebbero linciato.»

«Vorrei sdebitarmi comunque.»

«Potresti aiutarmi a riparare le cose, prima fra tutte la radio di un ragazzo, deve diventare a prova di rock.» Disse Aggiustatutto sorridendo.

«Affare fatto.» Disse Inventatutto.

Si strinsero la mano e così nacque la Inventa&Aggiusta.


FINE

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